Photo by Andrea Raso |
Mr. Henry è il progetto solista di Enrico Mangione (Downlouders, Niton, Menimals) dove il chitarrista e cantante varesino fa confluire il proprio amore per la forma canzone classica e la sua passione per la bassa fedeltà, la sperimentazione ed il lato oscuro del cantautorato classico anni '90.
Dal 2003 Mr. Henry ha pubblicato tre dischi acclamati dalla critica
https://soundcloud.com/thelastmisterhenry/albums
ha fatto un tour negli USA e poi ha deciso di mettere in stand by il progetto per trovare nuova ispirazione, fare nuove esperienze musicali ed esplorare nuovi territori.
Così sono nate le collaborazioni improvvisative coi Downlouders, le sperimentazioni elettroniche dei Niton, le divagazioni noise psichedeliche dei Menimals.
Nel 2018 insieme all' amico Paolo Grassi (già batterista di Midwest, Frozen Farmer, Hormiga e Ropes of Sand) rimette in piedi il progetto riarrangiando il proprio repertorio per chitarra preparata, loops, batteria preparata e clarinetto.
Tra gli oggetti usati per alterare il suono di batteria e chitarra ci sono spugnette di paglietta, palloncini, una vanga, fascette di metallo, white tack, un pennello da barba, varie mollettine metalliche e diversi oggetti di uso comune modificati affinchè l' uso di effetti elettronici sia minimo ed ogni suono sia prodotto dal vivo acusticamente dai due musicisti. Insomma il formato canzone classico suonato con metodi non convenzionali.
Ad esempio questa è la nuova versione live di No Sense #479 tratta dal secondo album "& The Hot Rats"
Dal 2003 Mr. Henry ha pubblicato tre dischi acclamati dalla critica
https://soundcloud.com/thelastmisterhenry/albums
ha fatto un tour negli USA e poi ha deciso di mettere in stand by il progetto per trovare nuova ispirazione, fare nuove esperienze musicali ed esplorare nuovi territori.
Così sono nate le collaborazioni improvvisative coi Downlouders, le sperimentazioni elettroniche dei Niton, le divagazioni noise psichedeliche dei Menimals.
Nel 2018 insieme all' amico Paolo Grassi (già batterista di Midwest, Frozen Farmer, Hormiga e Ropes of Sand) rimette in piedi il progetto riarrangiando il proprio repertorio per chitarra preparata, loops, batteria preparata e clarinetto.
Tra gli oggetti usati per alterare il suono di batteria e chitarra ci sono spugnette di paglietta, palloncini, una vanga, fascette di metallo, white tack, un pennello da barba, varie mollettine metalliche e diversi oggetti di uso comune modificati affinchè l' uso di effetti elettronici sia minimo ed ogni suono sia prodotto dal vivo acusticamente dai due musicisti. Insomma il formato canzone classico suonato con metodi non convenzionali.
Ad esempio questa è la nuova versione live di No Sense #479 tratta dal secondo album "& The Hot Rats"
e questa la versione originale
e questa quella originale tratta da "Lazily Go Trough"
"Quasi non ci credo che questo sia un debutto."
- IDBOX
"Un esordio strepitoso, non per tutti… se vi piace andare in spiaggia a spaccarvi il cervello con l’ultima merdata latinoitaloamericana tutta corazon e senorita bonita state lontano da questo disco… potrebbe farvi riflettere!"
- Kathodik
"La nuova sorpresa che arriva da Varese porta il nome di Mr.Henry. Il respiro di & the Hot Rats è profondo e rock, imbattendosi nel percorso in minimali minuetti western che conducono sui sentieri desertici esplorati dai Calexico."
- Rumore
"Un disco storto e umorale, che si assesta là dove sta di casa Tom Waits (rondò à la Mackie Messer in #91276, crooner minimale nel #479). Henry si disimpegna bene alle prese col valzer spettrale, ultimo, siglato #69, e scende in città col fazzoletto da redneck al collo del #1258. Chiude un vero e proprio take onirico, col capo mandria a bofonchiare uno sleepcore ventrale che toglie i peccati del mondo."
-Blow Up
"Bizzarie che si traducono con un ispirato blues noir dagli effetti distorti…suoni densi come più bicchieri di whisky sorseggiati con estrema calma per gustarne la più viziosa essenza. Chi si avvicinerà alle sue viscerali interpretazioni non potrà che brindare in suo onore."
- Rockstar
"Una voce che rimanda a certo cantautorato arrochito, da Tom Waits in poi e che si inerpica attraverso canzoni che paiono essere state assemblate rovistando nelle pagine più oscure e disturbate della musica d’autore americana degli ultimi quarant’anni. Ma sempre facendo affidamento ad una apprezzabilissima vena anarchica. Trenta minuti sono più che sufficienti per lasciare il segno."
- Mucchio
"Blues. Blues duro della periferia.
Blues contaminato che omaggia l’indimenticabile Frank Zappa,
Quindi se amate sfidare la legge e correre veloci in auto, questo disco fa per voi.
Se vi piacciono Zappa, i Radiohead, Tom Waits, I White Stripes e Casadei,
per voi questo disco è linfa vitale.
Dimenticavo, Mr. Henry è di Malnate
in provincia di Varese, e canta in inglese, bene, delle frasi senza senso."
- D, La Repubblica delle Donne
"Siamo di fronte a una strana creatura, capace di passare, nello spazio di una canzone, da un’atmosfera che potrebbe essere uscita dalla mente di Bobbie Gillespie dei Primal Scream (“No Sense #9”; “No Sense # 0”), a una serata alcolica di un ancora giovane Tom Waits (“No Sense # 91276). Le radici della musica americana passate sotto il filtro rumoristico di Jim O’Rourke (“No Sense # 479”) sono il tratto essenziale di “& The Hot Rats”. Genio e sregolatezza, si dice. A questo si aggiunge la magia che trasforma un paese della provincia lacustre in un angolo di abbandonato di Nord America, ovvero il potere evocativo della musica."
- MTV.it
"Grezzo, sbruffone, e insolente, Mr. Henry si diverte a intitolare i brani con quel “No-Sense” che ha un po’ il gusto della provocazione, per di più sostenuta da una visionarietà dai connotati sarcastici. Un cantautorato deragliante, dal gusto moderatamente sboccato nel frullare stilemi e generi, ma dedito soprattutto a sbirciare, di nascosto, l’evocatività polverosa del blues."
- Onda Rock
"Mr. Henry è Mr. Henry: uno forte, talentuoso, con un sacco di idee. Le undici canzoni di “& The Hot Rats” (titolo-omaggio a Zappa) sono un continuo allontanarsi-avvicinarsi dall’immaginario waitsiano, un gioco di variazioni e contaminazioni prolifico ed ispirato che dalla prima alla decima traccia (molte sotto i due minuti) cova, sperimenta, azzarda, e poi all’undicesima si libera, si espande."
- MusicbOOm
"Vi sembrera’ si sentire Mark Lanegan cantare su un pezzo di Jon Spencer, o un valzer degno del migliore Tom Waits cantato con la voce piu’ tabaccosa che mai.
Mr.Henry e’ punk e romantico, giocoso e minaccioso al tempo stesso."
- Martini Bros
"Siamo alle prese con un disco bellissimo ... Senz’altro una novità, almeno per il mercato discografico italiano. Una ventata paradossalmente fresca, una nuova mano di vernice in una città solitaria dominata da un cielo rosso borgogna. Il suono che ascolti proviene dallo strumento che non ti aspetti, arrangiato e trattato in maniera inedita, folle, sgangherata in senso buono…"
- Rock it
"Un’acidità blues intransigente nello scartare in avanti rispetto all’intrigante esordio di qualche anno fa targato Ghost Records. Resta la vicinanza a quella sfera cantautorale americana più grezza e sempre amata, ma a questa si abbina un maggiore impatto fisico, stravolto attraverso una concretezza garage ed un’attitudine (non appaia assurdo) punk. L’ambivalenza fra tessuto elettrico ed elettronico, oltre ad aiutare nel tentativo (riuscito) di alzare il tiro dei brani, aggiunge ulteriori particolari ad un album deragliante nella forma e convincente nella sostanza."
- Kronic
"l bello di Mr.Henry sta nel riportare le canzoni (così ben fatte) nella confusione caotica che le ha generate. Ottimi pezzi lasciati liberi a sguazzare nel casino. Dopo tutto, il rumore di fondo è sempre stato un nostro caro amico. E’ bello, ogni tanto, ricordarlo."
- Movimenta
"Mr. Henry & The Hot Rats ci offre un prodotto di tutto rispetto centellinando in modo adeguato blues, rock ed un pizzico di country che donano al lavoro un tocco di originalità e calore dovuto soprattutto alla voce
“Waitsiana”. Il nostro ci regala piccole perle di rock lisergico e passionale."
- Territorio Musicale
"Un disco convincente, che entra sotto la pelle senza bisogno di malinconie esasperate o d’eccessi nelle composizioni, che colpisce dritto in faccia per la sua genuinità e per la freschezza nella proposta musicale e che nonostante la sua acida stranezza riesce ad ammaliarmi totalmente."
- Rocklab
"Mezz’oretta che incrocia atmosfere western, blues-rock alla White Stripes, Tom Waits, Mark Lanegan. Insomma roba che dovrebbe arrivare dalla polvere delle distese americane o giù di li e non dal traffico del centro di Varese. Interessante."
- Perchè No
"Mr. Henry racconta, con le poche macchine sopravvissute e un’elettrica da maltrattare, cosa è rimasto dopo l’esplosione che ha raso al suolo tutto: non le parole (i testi sono lessico sonoro a cui attribuire un senso), non le canzoni come la conosciamo oggi, ma il vuoto e la solitudine – che da condizione necessaria diviene rigenerante – di bozzetti non finiti da registrare all’istante e sotterrare a terra per chi verrà poi, come testimonianza e monito. Un disco piccolo capolavoro di cui ci si sarebbe dovuti accorgere prima."
- Sentire Ascoltare
thelastmisterhenry@yahoo.it